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Un metodo per orientarsi nella “giungla” del lavoro – Intervista a Lucio Zanca

Ho incontrato con una videochiamata Lucio Zanca, autore del libro Welcome To The Jungle edito da Gribaudo/Feltrinelli per una piacevole conversazione sull’orientamento professionale dei giovani.

Lucio Zanca è docente all’Università di Bologna / Campus di Rimini in progetti speciali di job placement che coinvolgono migliaia di studenti italiani e stranieri. Grazie a questa esperienza ha creato un metodo per aiutare i giovani ad affrontare con sicurezza il mondo del lavoro, chiamato SpoilerBox, dove Spoiler significa giocare d’anticipo, immaginare, prevedere scenari utili a progettare la propria strada, mentre Box è la scatola che contiene tutto quello che si è accumulato durante il proprio percorso di studi e di vita, tutti elementi utili per dare forma e forza al proprio progetto di carriera. Nel risvolto di copertina del libro, Lucio Zanca scrive che la sua missione è favorire il dialogo tra i giovani e il mondo del lavoro, due realtà che si conoscono molto poco pur avendo un grande bisogno l’una dell’altra.

La prefazione del libro porta la firma autorevole di Marco Morelli, da tempo al vertice di importanti istituzioni finanziarie, professore alla Luiss di Roma e fondatore/Vice Presidente della onlus Fondazione Don Gino Rigoldi, attiva nell’assistenza ai giovani.

Lucio, nel libro hai inserito un playlist Spotify con delle canzoni che richiamano i temi trattati nei diversi capitoli e che consigli di ascoltarle mentre si legge. La musica ha un ruolo importante nella tua vita. Se dovessi presentarti con una canzone quale sceglieresti?

Sono nato nel 1967, un periodo molto bello per il mondo in generale, gli effervescenti anni ‘70/’90 quando la musica era una protagonista del quotidiano e di tante spinte emotive. Da lì nasce la mia abitudine di ascoltare musica in ogni momento, quando lavoro da solo ma a volte anche quando insegno. Sì perché la musica crea un ancoraggio forte sull’argomento che si tratta e crea l’atmosfera con quello che si vuole trasmettere.

La mia canzone cult è Born To Run di Bruce Springsteen, sono rimasto folgorato dal primo ascolto, era il 1978…, perché anche io mi sento uno nato per correre, per muovermi, non riesco a stare fermo. Inoltre è una canzone collegata a momenti importanti della mia vita, ognuno di noi ha una canzone che in qualche modo ci rappresenta o che è legata ad una emozione specifica.

Molte delle canzoni che ho scelto mi hanno accompagnato nella scrittura e in generale hanno una loro logica riferita al tema trattato. Welcome to the jungle dei Guns’n Roses ad esempio, anche titolo del libro, introduce bene il concetto di mondo del lavoro pensato come una giungla. La giungla è un ambiente dinamico e complesso che si deve conoscere per coglierne tutte le opportunità. Funziona bene il concetto, ma anche il ritmo della canzone, duro e graffiante.

La musica che ascolti, il linguaggio che usi, le persone che frequenti dicono molto di te. Molti giovani non conosceranno tutti i brani della playlist ma l’ascolto ci legherà tutti in un fattor comune, uno stimolo per unire diverse sensibilità e generazioni.

Perché una giungla e non una strada, un percorso?

Perché in passato l’ingresso nel mondo del lavoro aveva una logica lineare fatta di tappe più o meno prestabilite mentre oggi è in continua mutazione e divenire. Sono stati i giovani a suggerirmi la metafora perché molti di loro vedono il mondo del lavoro come una giungla vera e propria. Il mondo del lavoro ha delle dinamiche tipiche di un ambiente complesso come è quello di una giungla. La cosa importante è passare il messaggio che è vero che è una giungla e che perciò devi essere preparato, non solo nello studio, ma devi sapere dove andrai a mettere i piedi. La giungla è impegnativa e può succedere che anche le persone più brave si perdano e non trovino la strada per progettare bene il proprio futuro. Anche l’ingresso in una giungla richiede progettazione con un percorso a tappe che non è lineare ma più laterale.

La giungla è famosa perché è un luogo in cui è difficile orientarsi…

Si, se non la si conosce. Ma in realtà  non è così e serve un metodo e una bussola che dia la direzione. Ma non basta, serve anche strategia. Nel libro parlo dell’esperienza che ho fatto in Namibia con i boscimani e dei segreti che mi hanno insegnato per affrontare la giungla, quella vera. Un’esperienza che mi ha svelato delle straordinarie similitudini con quello che serve per affrontare la giungla del mondo del lavoro. Sono arrivato in Africa con un borsone da “fighetto”, con dentro tutto ciò che pensavo mi sarebbe stato utile. Ho capito subito che nel wild più cose ti porti dietro e più ti incasini la vita. E questo ci suggerisce subito che di quanto appreso come studente non devo portarmi dietro tutto, ma anzi devo essere brava/o a selezionare le cose più importanti, quelle che fanno la differenza per il lavoro che voglio andare a fare. Accumulare competenze è importante quanto saper poi selezionare quelle che fanno davvero la differenza.

Sono andato più volte a studiare il wild per studiare il comportamento degli animali e i boscimani con l’obiettivo di capire meglio questo mondo e poi collegarlo al mondo del lavoro, per capire quali sono i mezzi e le abilità necessarie per vivere in un ambiente molto difficile e competitivo. Ho scoperto per esempio che la gentilezza della Giraffa è un’abilità straordinaria, e che la gentilezza nel wild non è vista come una debolezza, ma un’attitudine da leader, cosa che si ritrova anche nei veri leader aziendali, e che tutte le persone che guidano dei team dovrebbero avere. Solo chi è gentile, chi rispetta, può essere una guida per gli altri, e questo l’ho imparato nel wild. Anche gli animali più aggressivi nel wild fanno fatica a sopravvivere, l’aggressività a tutti i costi non paga. Lo stesso nel mondo del lavoro, l’azienda non è un luogo di guerra dove devi far fuori i tuoi concorrenti. Di certo è un ambiente molto competitivo, ma se vuoi arrivare a un certo livello devi essere capace di rispettare ciò che hai intorno.

Un’altra cosa che ho imparato è che se sono un giovane con indossa un bel cappello da 110 e lode, e penso di andare con quel cappello nel wild, il rischio di non essere adeguato al nuovo ambiente è altissimo. Nella giungla devo cambiare il cappello di studente sostituendolo con quello per il wild. Il primo segreto è affidarmi a degli esperti della giungla, capire ad esempio come si muovono in una certa organizzazione. Loro sono gli esperti, non io. I boscimani per me sono stati illuminanti, senza le loro lezioni non avrei mai potuto addentrarmi nella giungla namibiana.

Quindi è importante un’analisi preventiva del contesto.

Non è così facile, per questo la preparazione è fondamentale. La giungla si può affrontare ma servono gli strumenti idonei. La preparazione, così come la progettazione, richiedono strategia e metodo. Tutto quello che prepari ti serve per affrontare la dinamicità della giungla dove lo scenario può cambiare continuamente. Ma se ti sei preparato prima bene, allora sei in grado di affrontare la sua complessità.

L’esperienza totalizzante del buttarsi nella giungla assomiglia un po’ al momento che stiamo attraversando dove tutto viene ripensato, tutto cambia e si trasforma velocemente per far fronte a questo nuovo scenario di vita individuale, sociale e professionale.

Una persona si può preoccupare di quello che sta succedendo, ma se il suo modello di pensiero diventa la paura, non andrà molto lontano. La paura monta, come la panna montata. Il nostro cervello non può processare 1500 cose al minuto. Se passo il mio tempo a preoccuparmi non riesco a guardare avanti, a progettare…lo switch deve essere un pensiero tipo questo: il mondo fa schifo, ci sono pochi posti di lavoro, ecc. e quindi? Che cosa posso fare per OCCUPARMI del problema, piuttosto che pre-occuparmi.

La bella notizia per i ragazzi è la loro contemporaneità per osmosi, ne sono parte integrante e se imparano ad analizzare il contesto, lo sapranno leggere molto meglio di chi invece certi cambiamenti, come ad esempio lo smart working, li ha subiti. Il mondo contemporaneo è complesso, ma i giovani hanno il vantaggio di sguazzarci dentro. Devono però usare di più la testa e le loro straordinarie abilità. Questo periodo sembra l’inverno, dove tutto è cupo e sembra fermo, ma non va sprecato! È importante prepararsi allo sbocciare della primavera. I giovani devono giocare d’anticipo per spoilerare il proprio futuro, usando l’intuito e le loro straordinarie competenze tecnologiche con l’obiettivo di capire prima possibile tutto ciò che hanno a disposizione.

Progettare significa gettare prima lo sguardo in avanti, pro-getto appunto, e la prima cosa è saper raccogliere le informazioni necessarie per parlare il linguaggio della giungla. La primavera e le opportunità prima o poi arriveranno, ma se non mi preparo, qualcun’altro ci arriverà prima di me. Se sono costretto a stare fermo, allora approfitto a mettere ordine al mio percorso e mi preparo a puntare il mirino dove voglio e posso sparare. Nella giungla non si spara a caso. Per un giovane è fondamentale conoscere le regole della giungla per poi affrontarla con sicurezza. Il mio libro welcome to the jungle che è un manuale di istruzioni per tutti coloro che stanno affrontando l’ingresso nel mondo del lavoro e vogliono saper progettare la propria strada. Un libro che presenta il mio metodo SpoilerBox, studiato per aiutare i giovani a capire il valore del proprio percorso, conoscere il mondo del lavoro e a saper prendere decisioni per progettare il proprio futuro.

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