Il cerchio dei violenti: quando lavorando, lo siamo senza rendercene conto Il divin viaggio by Simone Bigongiari - 20 Maggio 202116 Giugno 2021 I cerchi dell’Inferno continuano ad abbassarsi e ci avviciniamo sempre di più a Lucifero. Dopo gli incontinenti è la volta dei violenti dove troviamo gli assassini, i tiranni, i suicidi e i bestemmiatori. Chi si trova in questo cerchio sono tutti coloro che hanno a che fare con la vita altrui e la propria, ma non la trattano come dono unico e inestimabile, ma come merce di scambio, opportunità di esercizio del potere e della manipolazione. Gli assassini e i tiranni Tra gli assassini e i tiranni del mondo del lavoro vedo passare nel fiume di sangue bollente coloro che creano ambienti di lavoro insostenibili, quelli che adottano pratiche scorrette che minano la dignità delle persone. Chi sfrutta i lavoratori, chi offre il lavoro come un’offerta che non puoi rifiutare, vuoi per il bisogno di guadagno immediato o per ricatti e manipolazioni senza tenere conto di garanzie contrattuali e tutele sindacali. Chi, per difendere logiche del potere e del profitto, utilizza impropriamente forza lavoro senza riconoscere un costo orario equo allo sforzo né alla condizione professionale. Ma ci sono anche coloro che si macchiano di assassinii indiretti, chi non applica i dispositivi di sicurezza richiesti per legge o dal buonsenso. Chi fa i corsi sulla sicurezza e poi contribuisce ad innalzare il numero delle morti bianche. Ma esiste anche chi paga i certificatori qualità per avere il fatidico bollino che dovrebbe servire a promuovere etica e caratteristiche encomiabili dell’azienda, ma che invece diventano pretesti per arricchirsi sulla pelle di chi quelle pratiche le subisce. Sono molti gli assassini e molti anche i tiranni, individuati la maggior parte delle volte nel capo spietato, ma spesso in maniera più subdola tra colleghi. I suicidi La valle desolante di alberi secchi è abitata da tutti coloro che non danno valore al proprio talento. Chi ripiega su un lavoro facile e magari redditizio perché non vuole rischiare o non vuole sforzarsi di cambiare. Il talento è una competenza innata in noi e dovrebbe guidare le nostre scelte professionali. Siamo responsabili del talento che ci è stato dato, abbiamo un obbligo morale di restituirlo agli altri, di averne cura e di dargli respiro. Ma tra i suicidi ci sono anche le persone che usano con leggerezza i macchinari e gli strumenti pericolosi, ma si vantano della molta esperienza e del saperli destreggiare con facilità. Molto spesso è il preludio di un incidente grave sul posto del lavoro, talvolta anche mortale. I bestemmiatori La bestemmia è il segno che ciò che esce dalla nostra bocca talvolta può essere letale. Le parole hanno un peso e nel mondo del lavoro la parola è l’arma più pericolosa e purtroppo più usata per la guerra tra ruoli e personalità. L’offesa, l’errata valutazione o giudizio, il pettegolezzo, possono indurre le persone a vedere minata la propria reputazione, il proprio ruolo e la loro credibilità professionale. La comunicazione diventa manipolativa in cui dimostro palesemente che io sono nel giusto e l’altro non lo è e allora lo evidenzio, attraverso una presa di posizione non equa, e inizio a infondere sospetto o falsa lusinga. Sembra di essere giunti già ad una gravità e un livello di cattiveria molto alto e invece il viaggio nell’inferno del lavoro è solo a metà. Prima di arrivare da Lucifero, per poi fortunatamente scappare subito e tornare a salire, ci sono ancora molte brutture da conoscere e scoprire. Photo by Logan Hansen on Unsplash Edited by Riccardo Bonuccelli Condividi:FacebookTwitterLinkedInTelegramWhatsAppMi piace:Mi piace Caricamento... Share on Facebook Share Share on TwitterTweet Share on LinkedIn Share