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Consigli di lettura: Bartleby, lo scrivano

Herman Melville non è solo il grande romanziere americano di Moby Dick, ma è anche l’eccellente e ironico narratore di Bartleby, lo scrivano.

Per le ferie estive ti consiglio una lettura breve, in cui il protagonista è il lavoro, o meglio la negazione del lavoro di Bartleby, uno scrivano assunto in uno studio legale a Wall Street che si rifiuta di svolgere lavori diversi da quello per il quale è stato assunto. Il suo rifiuto non è violento o indifferente, ma «stranamente dolce, e al tempo stesso fermo» e si esprime con il suo «Preferirei di no».

Una negazione che spiazza l’avvocato, protagonista della storia, e che lo porta all’indignazione viste le volte in cui Bartleby risponde con questa frase ad ogni sua richiesta, addirittura anche quando l’avvocato lo invita ad andarsene dall’ufficio.

Non svelo il finale perché è dove la narrazione inserisce il suo valore più grande e fa capire le motivazioni di questa scelta a suo modo coraggiosa e inedita.

Un libro brevissimo, un racconto da (ri)scoprire e da leggere e rileggere per capire l’importanza della responsabilità professionale. Un posto di lavoro infatti non è un luogo statico che ti assicura soldi e sopravvivenza, ma uno stato dinamico in cui mettere alla prova te stesso con piccole sfide quotidiane che ti permettono di essere felice, ma soprattutto dove avere consapevolezza che il tuo lavoro è utile agli altri e apporta un servizio alla comunità. Bartleby è l’esasperazione opposta di questa considerazione, dove il tedio e l’apatia prendono il sopravvento e distruggono ogni rapporto e valenza sociale del lavoro.

La pausa estiva è l’occasione per riscoprire questo racconto, scritto con ironia e con un paio di momenti che confinano con il thriller. Ma, ti avverto, la fine è intrisa di dramma e poesia che rende il tutto un capolavoro da conoscere e su cui riflettere.

Buone vacanze!

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