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Qual è l’atteggiamento giusto per lasciare l’attuale impiego?

Immagina di lavorare per un’azienda che non ti appaga, con un lavoro sotto dimensionato oppure con colleghi che sembrano usciti direttamente da un film adolescenziale seppur abbiano ampiamente superato i 40 anni. Immagina che la mattina andare a lavoro sia la cosa più difficile da fare. Immagina che tu venga deriso o offeso dai tuoi responsabili o colleghi. Immagina che tu non riesca a portare avanti i tuoi obiettivi professionali per colpa di altri. Ecco, ora immagina che ti abbiano appena fatto un’offerta di lavoro che finalmente può valorizzarti, che può offrirti lo stipendio che hai sempre desiderato… Cosa fai?

Lasci il vecchio lavoro per tuffarti con l’entusiasmo e la motivazione nella nuova opportunità come tu fossi di fronte al migliore dei mari caraibici.

Cosa facciamo del vecchio lavoro? Come dovremo comportarci?

Fermati, perché ti vedo che stai già scrivendo una bella lettera di dimissioni nella quale hai voglia di vomitare tutte le ingiustizie, le sofferenze, le angherie subite e darti quel momento di gloria tanto atteso.

Bene, questo è quanto il tuo io avrebbe bisogno, ma non è certamente quello che la tua professionalità brama.

Lasciare dietro di sé la sensazione di aver subito angherie o avversità faranno di te una persona debole, che non ha saputo far fronte alle situazioni critiche, che si è lasciato vincere da critiche e atteggiamenti sbagliati di altri piuttosto che attivare la capacità di problem solving. Di tutto questo la tua reputazione ne soffrirà.

Far buon viso a cattivo gioco in questo momento di cambiamento è sicuramente un atteggiamento saggio che non preclude attività future. Chissà che un domani tu non ti ritrovi a collaborare nuovamente con l’azienda magari in una forma diversa (fornitore, cliente, partner, ecc.) oppure con uno dei tuoi colleghi (ti auguro di quelli simpatici o con i quali ti trovi meglio).

Naturalmente questo atteggiamento può sembrare poco etico e “sincero”. Se però, sei stato corretto con i superiori e i colleghi, o meglio se nel passato hai condiviso le tue perplessità con chi di dovere, il problema etico non si pone. Il messaggio di questo post è quello di non lasciare dietro a sé, una volta abbandonato l’attuale impiego, un’ondata di maldicenze, insofferenze e negatività, perché andrebbero solo a lenire la propria reputazione.

Quindi preparati al cambiamento che hai di fronte con l’entusiasmo e l’impegno che si addice alle tue competenze professionali facendo tesoro di quanto hai appreso anche dalle esperienze passate negative. E ricorda, è sempre il momento giusto per attuare un cambiamento in noi stessi.

 

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