Quante idee mangi al giorno? Consigli by Simone Bigongiari - 11 Gennaio 20176 Marzo 2018 Un’idea, un concetto, un’idea / finché resta un’idea / è soltanto un’astrazione. / Se potessi mangiare un’idea / avrei fatto la mia rivoluzione. Così si esprime Giorgio Gaber nella canzone Un’idea, ed è proprio l’idea “mangiata” l’argomento del post. Cosa si intende con l’espressione “mangiare un’idea”? Sicuramente a niente di enogastronomico, ma a qualcosa di nutriente per porre le basi per esempio di una start up vincente o di un progetto aziendale. All’origine di una grande azienda c’è sempre una piccola e innovativa idea, ma quante idee sono veramente concrete ed efficaci da elaborare in un mercato del lavoro già molto competitivo? Come si comprende il valore di un’idea e come si presenta ad altri per avere successo? Sono alcune delle domande a cui cercherò di rispondere in questo post. Primo passo: scrivere! Veniamo subito al primo quesito, abbiamo un’idea che a primo acchito ci sembra grandiosa, bene, come ci muoviamo? Scriviamo, meglio se a mano, il computer verrà in un secondo momento. Iniziamo a scrivere su un foglio bianco l’idea in poche parole, la rileggiamo, la ampliamo come se facessimo un brainstorming scritto ovvero scriviamo altre idee che ci vengono intorno all’idea principale ritornando sempre al punto di partenza; riusciremo così a capire se il progetto può funzionare e se ci trasmette il giusto entusiasmo tanto da continuare a investire il nostro tempo nell’elaborazione. L’erba del vicino è sempre più verde Buona cosa a questo punto è controllare su internet se la nostra idea rimanda a qualche progetto già realizzato o ad una start up esistente. A volte è possibile che altri abbiano avuto la stessa nostra idea progettuale e che sia già stata realizzata, magari con risvolti leggermente diversi oppure ampliandone le caratteristiche iniziali. A questo punto è bene domandarsi se procedere oltre oppure se prendere contatti con l’azienda per proporre una collaborazione oppure se rivedere completamente il progetto modificandone gli obiettivi strategici. La SWOT Analysis prima di tutto E’ il momento di capire quali possono essere i punti di forza, di debolezza, le opportunità e le minacce che il nostro progetto potrebbe portare con sé. L’analisi ha un nome, si chiama SWOT (da Strenghts, Weaknesses, Opportunities e Threats), ed è molto usata nel campo del marketing. Si tratta di inserire in uno schema a croce la lista delle caratteristiche del progetto tenendo conto dei quattro elementi da valutare. Se eseguito in maniera corretta si potrà evincere se i punti di forza e le opportunità hanno un valore unico e permettono di procedere anche grazie a punti deboli e minacce facilmente risolvibili o arginabili. Pianificare è meglio che curare Una volta che il progetto ha superato l’analisi di fattibilità è il momento di pianificare gli step necessari che portano alla realizzazione. Una semplice lista delle prime cose da fare, delle persone da coinvolgere e dei mezzi economici necessari per dare avvio al progetto, sono solo alcuni elementi da inserire nella pianificazione che dovrà avere una predisposizione temporale su una barra del tempo. Si eviterà così di trovarsi a metà della realizzazione del progetto con problemi insormontabili da dover risolvere. Una presentazione efficace E’ arrivato il momento di presentare il progetto a possibili investitori, clienti, o semplicemente ad altre persone che vogliamo coinvolgere nel progetto. Quale strumento uso? Un sito internet? Una presentazione power point? Una brochure? Un video? Potrà essere di aiuto pensare al pubblico di riferimento e individuare quindi la forma comunicativa più consona e vicina a quel target. Solo compiendo tutti questi passi possiamo dire di aver masticato, deglutito e mangiato l’idea, ora non resta da fare altro che digerire per prepararsi al prossimo pasto che potrebbe essere addirittura un banchetto di nozze. Condividi:FacebookTwitterLinkedInTelegramWhatsAppMi piace:Mi piace Caricamento... Share on Facebook Share Share on TwitterTweet Share on LinkedIn Share